Rapporto sul mercato globale del burro 2025

Autore
Foodcom Experts
19.09.2025
8 min di lettura
Rapporto sul mercato globale del burro 2025
Sintesi
Indice
  • La sovrapproduzione globale di latte e il calo della domanda hanno portato nel 2025 a un crollo dei prezzi del burro.
  • L’Europa sta perdendo competitività a causa dei costi elevati e del tasso di cambio sfavorevole dell’euro rispetto al dollaro.
  • Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda mantengono un ruolo dominante nelle esportazioni, anche se devono affrontare la pressione dell’eccesso di offerta.
  • La normalizzazione del mercato sarà possibile solo dopo una riduzione globale della produzione di latte e un adeguamento dell’offerta alla domanda reale.

Il ritmo dei cambiamenti nel mercato del burro nel 2025 ha sorpreso anche gli operatori più esperti del settore. All’inizio dell’anno sembrava che i prezzi elevati del burro sarebbero rimasti tali a lungo e che i produttori si sarebbero accontentati di margini record. Nel giro di pochi mesi, però, la situazione ha subito un’inversione di tendenza e i prezzi sono crollati a livelli che non si vedevano da anni, trascinando con sé anche altri prodotti. Un cambiamento così repentino ha dimostrato quanto il mercato sia sensibile alle fluttuazioni globali e quanto possano essere ingannevoli le previsioni.

Dinamiche di mercato

Il 2025 ha portato al mercato globale del burro un crollo improvviso e inaspettato. La sovrapproduzione di latte negli Stati Uniti, in Europa e in Oceania ha coinciso con un calo della domanda, che ha rapidamente portato a uno squilibrio e a una forte correzione dei prezzi. All’inizio dell’anno il mercato era ancora a livelli record e i produttori beneficiavano di margini elevati, ma nella seconda metà dell’anno la situazione è cambiata radicalmente.

A livello globale, i prezzi del burro sono diminuiti rapidamente. Nel settembre 2025, le quotazioni erano già inferiori del 22% rispetto a gennaio. All’asta Global Dairy Trade del 16 settembre, l’indice generale è sceso dello 0,8% e il prezzo medio del burro è stato di 6.892 dollari per tonnellata. In Europa e in Oceania, un ulteriore segnale di pressione è dato dal fatto che a metà anno i prezzi sono diminuiti dello 0,6% su base mensile, riflettendo la crescente concorrenza da parte di fornitori più economici.

Il mercato ha reagito violentemente nelle ultime settimane. I caseifici, che per lungo tempo hanno mantenuto margini elevati, sono stati costretti ad adeguare rapidamente le loro offerte. Di conseguenza, la bolla dei prezzi è scoppiata e il settore lattiero-caseario si è trovato in una realtà completamente nuova, in cui la pressione concorrenziale e i rischi geopolitici, comprese le possibili tensioni commerciali con gli Stati Uniti, giocano un ruolo chiave.

Analisi regionale del mercato del burro

Europa

Nel 2025 l’Europa si è trovata in una situazione particolarmente difficile. L’eccesso di offerta di latte, combinato con un indebolimento della domanda dei consumatori, ha aumentato la pressione sui prezzi e limitato le possibilità di esportazione. Un ulteriore onere è stato rappresentato dal tasso di cambio sfavorevole del dollaro rispetto all’euro, che riduce l’attrattiva del burro dell’UE sui mercati mondiali. La crescente concorrenza da parte di fornitori più economici provenienti dagli Stati Uniti e dall’Oceania sta riducendo sempre più lo spazio di espansione degli esportatori dell’UE.

Anche il mercato interno non è privo di sfide. I prezzi al dettaglio elevati spingono alcuni consumatori a scegliere alternative più economiche, come gli oli vegetali o i prodotti di origine vegetale. Il Regno Unito rimane uno dei principali acquirenti di burro dell’UE, ma la crescente pressione sui prezzi limita le possibilità di un’ulteriore crescita delle vendite.

Nord America

Negli Stati Uniti, il 2025 ha portato a un aumento della produzione di burro, ma l’eccesso di offerta si è rapidamente tradotto in un calo dei prezzi interni. Inizialmente ciò ha favorito l’espansione delle esportazioni. Il burro americano ha guadagnato quote di mercato in Asia e in Medio Oriente, ma la sovrapproduzione globale ha limitato il potenziale di ulteriori vendite. Un’ulteriore fonte di incertezza rimane la politica commerciale dell’amministrazione di Donald Trump. L’annuncio di nuovi dazi sui prodotti lattiero-caseari aumenta il rischio di un’escalation della guerra dei dazi, che potrebbe influenzare in modo significativo l’ulteriore sviluppo del settore americano.

Il Canada, il cui mercato è fortemente regolamentato, mantiene una situazione interna stabile, ma il suo ruolo nel commercio globale rimane marginale.

Oceania

La Nuova Zelanda mantiene una posizione dominante nel commercio globale del burro, anche se i risultati delle esportazioni nel 2025 dipendono sempre più dal rallentamento della domanda in Asia. Nell’anno conclusosi a marzo 2025, il valore delle esportazioni di burro, grassi e creme è aumentato del 7,1% su base annua, con la Cina che rimane il principale destinatario. Le aste GDT mostrano tuttavia una netta correzione dei prezzi. A settembre, il prezzo medio del burro è sceso a 6.892 dollari USA per tonnellata, segnalando una pressione di eccesso di offerta sul mercato globale.

L’Australia sta affrontando un netto indebolimento del settore. La produzione di latte nel luglio 2025 è stata di 556,1 milioni di litri, il 4% in meno rispetto all’anno precedente, mentre le esportazioni di burro nello stesso mese hanno raggiunto solo 955 tonnellate, con un calo di oltre un terzo su base annua. La minore offerta di latte nel paese limita il potenziale di espansione sui mercati esteri e accentua il divario competitivo rispetto alla Nuova Zelanda.

Asia

Nel 2025 la Cina rimane il motore principale della domanda globale di burro, ma la dinamica di crescita delle importazioni è inferiore rispetto agli anni precedenti. La capacità produttiva nazionale è in aumento, ma non riesce ancora a soddisfare le esigenze del settore della panificazione e della ristorazione, che considerano il burro un prodotto di alta qualità. Allo stesso tempo, è sempre più evidente che, a causa della sovrapproduzione globale di latte, il mercato cinese sta iniziando a “intasarsi”. Le forniture aggiuntive incontrano una barriera di assorbimento e gli importatori sono più cauti nelle loro decisioni di acquisto.

Nei paesi del Sud-Est asiatico, come la Malesia e l’Indonesia, la domanda di burro continua a crescere, sostenuta dalla diffusione dello stile di vita occidentale e dallo sviluppo delle catene di caffetterie, anche se il tasso di crescita è moderato. L’India e il Pakistan stanno aumentando il consumo di grassi lattiero-caseari, ma il prodotto principale rimane il tradizionale ghee, piuttosto che il burro in termini internazionali.

Medio Oriente e Nord Africa

La regione rimane dipendente dalle importazioni, con l’Arabia Saudita che ha ridotto gli acquisti dall’Unione Europea a favore delle forniture dalla Nuova Zelanda e dagli Stati Uniti. L’elevata sensibilità della regione alle differenze di prezzo fa sì che le direzioni di approvvigionamento cambino rapidamente a seconda dell’attuale competitività dei singoli esportatori.

Tendenze e previsioni

Il fenomeno più importante sul mercato del burro nel 2025 non è più il boom record dei prezzi, ma il rapido scoppio della bolla e la rapida correzione dei valori. La sovrapproduzione globale di latte, l’indebolimento della domanda dei consumatori e la crescente pressione concorrenziale hanno portato a una situazione in cui i prezzi sono scesi in pochi mesi a livelli che non si registravano da anni. Di conseguenza, il settore lattiero-caseario si è trovato in una nuova realtà, in cui la stabilità e la prevedibilità sono state sostituite da una grande volatilità e incertezza.

Nei prossimi trimestri, tre fattori chiave determineranno l’andamento del mercato: il ritmo di adeguamento della produzione alla domanda reale, l’entità del rallentamento in Asia, in particolare in Cina, e l’orientamento della politica commerciale degli Stati Uniti. Sul mercato incombe il rischio di una guerra dei dazi, che potrebbe ulteriormente perturbare i flussi di merci e modificare la mappa del commercio globale.

Le previsioni a medio termine indicano che i prezzi del burro potrebbero rimanere sotto pressione fino a quando non si verificherà una reale riduzione dell’offerta o una ripresa della domanda in Asia. La Nuova Zelanda e gli Stati Uniti continueranno a svolgere un ruolo dominante nelle esportazioni, mentre l’Europa, gravata da costi elevati e da un tasso di cambio sfavorevole, dovrà lottare per mantenere la propria competitività.

Nel lungo termine, gli analisti dell’OCSE-FAO confermano le previsioni di crescita del consumo globale di prodotti lattiero-caseari, compreso il burro, in particolare in Asia e Africa. Tuttavia, l’attuale correzione mostra che il percorso di sviluppo del settore sarà molto più instabile e che il burro rimarrà particolarmente sensibile alle fluttuazioni economiche e ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.

Tomasz Kosiński

Per molti mesi i caseifici hanno mantenuto artificialmente alti i prezzi del burro, approfittando di margini record, ma il mercato non si è lasciato ingannare e alla fine la bolla è scoppiata. Sono bastate quattro settimane perché i prezzi scendessero e raggiungessero livelli che non si vedevano da anni. Questo crollo non è stato causato da un unico fattore, ma da un insieme di fattori: sovrapproduzione di latte negli Stati Uniti, in Europa e in Oceania, calo della domanda globale, tasso di cambio sfavorevole dell’euro rispetto al dollaro e rischio di guerre doganali. La situazione attuale dimostra che il mercato del burro è molto più sensibile e imprevedibile di quanto sembrasse fino a poco tempo fa e che il suo equilibrio può crollare in un tempo sorprendentemente breve. La normalizzazione del mercato nei prossimi mesi sarà possibile solo grazie a una riduzione globale della produzione di latte, che richiede il mantenimento di prezzi più bassi della materia prima, adeguati all’attuale situazione di mercato. Questo processo è già in corso ed è visibile sui mercati spot, dove i prezzi del latte sono scesi a 40 centesimi al chilogrammo

Tomasz Kosiński

Partner di Foodcom S.A.

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