- L’eccesso di materie prime nel settore lattiero-caseario continua a far scendere i prezzi dei grassi e delle polveri, anche se la domanda di proteine è stabile.
- Il mercato dei cereali continua a essere sotto pressione a causa delle scorte elevate e delle offerte competitive dalla regione del Mar Nero.
- I prezzi del caffè e del cacao reagiscono in modo forte ai cambiamenti delle tariffe, alla situazione valutaria e alle previsioni di produzione.
Il novembre 2025 ha portato un sentimento nettamente diverso nei mercati globali delle materie prime agricole. I prodotti lattiero-caseari e il cacao sono rimasti sotto pressione a causa dell’eccesso di offerta e delle condizioni climatiche volatili, mentre i mercati dei cereali e degli additivi hanno mostrato una maggiore stabilità nonostante l’intensa concorrenza commerciale. I cambiamenti più importanti hanno riguardato le variazioni della domanda, le differenze nei tassi di esportazione e il persistere di scorte elevate, che in molti segmenti hanno determinato la direzione dei prezzi e delle decisioni di acquisto a fine anno.
Prodotti lattiero-caseari
Il mese di novembre 2025 è stato caratterizzato, nel mercato lattiero-caseario, da un persistente eccesso di offerta di latte e da un indebolimento dell’attività commerciale. La produzione in Europa, Stati Uniti e Oceania è rimasta a livelli elevati, con la maggior parte dei clienti che si sono già assicurati il fabbisogno per il quarto trimestre e i primi mesi del 2026. I momentanei segnali di stabilizzazione di fine ottobre hanno rapidamente lasciato il posto a una nuova pressione sui prezzi, mentre l’unico fattore mitigante significativo è stato l’indebolimento dell’euro, che ha migliorato la competitività di alcune esportazioni dell’UE.
In Europa, l’elevata disponibilità di materie prime ha mantenuto i prezzi della polvere a livelli bassi ma relativamente stabili. La SMP è stata scambiata per lo più tra i 2.000 e i 2.100 euro/t, con un moderato ma crescente interesse per le esportazioni, mentre la WMP è rimasta sotto la chiara pressione di un mercato dei grassi debole e di una domanda stagionalmente più tranquilla da parte dell’industria del cioccolato e dei dolciumi. L’eccedenza di latte autunnale ha colpito in modo particolare il segmento dei grassi: il burro in Europa è sceso a circa 4.350-4.550 €/t, mentre l’AMF è rimasto in lieve calo. L’eccedenza di panna e la debolezza delle esportazioni hanno reso il mercato dei grassi l’anello più debole dell’intero complesso lattiero-caseario.
I formaggi sono andati relativamente meglio grazie alla ripresa prenatalizia e alla maggiore attività di esportazione, che ha contribuito a ridurre le scorte a fine anno. Il Gouda e la mozzarella sono tornati in area 3.000-3.050 euro/t, con i contratti per le consegne del primo trimestre 2026 che hanno registrato un aumento in previsione di un ulteriore calo dei costi di produzione. Il Cheddar, tuttavia, è rimasto sotto pressione a causa delle scorte e della concorrenza dei mercati esterni, mentre l’Emmental ha continuato a correggere dopo i precedenti alti livelli di prezzo. Il segmento delle proteine del siero di latte è stato chiaramente il più performante: WPC 80 e WPI hanno beneficiato di una domanda sostenuta di alimenti funzionali e sportivi e di un’offerta limitata, mantenendo i prezzi vicini ai massimi storici e stabilizzando la redditività di alcuni trasformatori.
Nel complesso, novembre ha confermato che ci troviamo in un mercato chiaramente guidato dall’offerta, con l’acquirente che continua a dettare le condizioni nella maggior parte delle categorie tradizionali, mentre le proteine di alta qualità rimangono un segmento premium. Il mese è stato favorevole alla finalizzazione dei contratti per il primo trimestre del 2026 e alle rinegoziazioni nei segmenti con maggiore eccesso di offerta. Tuttavia, l’equilibrio rimane fragile: il ritmo di riduzione degli acquisti di latte dopo il nuovo anno e la capacità dell’Europa di mantenere la competitività delle esportazioni potrebbero cambiare i rapporti di forza sul mercato in tempi relativamente brevi.
Cereali e amidi
Il mese di novembre 2025 nel mercato dei cereali è stato caratterizzato da un’offerta globale eccessiva e da scorte eccezionalmente elevate, che continuano a limitare efficacemente il potenziale di rialzo dei prezzi. Dopo il raccolto record della stagione 2025/26, il mercato è entrato in una fase di forte competizione per l’esportazione, con l’attività di trading principalmente concentrata sulla battaglia per i mercati di Asia e Africa. Nonostante le tensioni logistiche, le pressioni sull’offerta sono rimaste il fattore dominante e la ripresa dei prezzi non ha trovato un sostegno fondamentale duraturo.
Nell’Unione Europea, la situazione degli stoccaggi rimane molto confortevole, soprattutto per il grano e il mais. Le scorte elevate, la limitata liquidità per l’esportazione e la forte concorrenza della regione del Mar Nero fanno sì che gran parte del grano sia destinato alla lavorazione dei mangimi e al settore delle bioenergie piuttosto che ai mercati terzi. L’aggressiva politica dei prezzi degli esportatori russi e ucraini continua ad escludere efficacemente le offerte UE più costose provenienti dalle tradizionali destinazioni extraeuropee. Di conseguenza, gli esportatori francesi, tedeschi e dell’Europa centrale sono sottoposti a una forte pressione sui margini e le vendite vengono effettuate principalmente a breve termine.
Per quanto riguarda il mercato del mais, novembre ha confermato il perdurare di un eccesso di offerta nell’Europa centrale e orientale. Polonia, Romania e Ungheria sono ancora alle prese con grandi volumi di cereali in magazzino e la domanda di mangimi, sebbene stabile, non ha tenuto il passo con la disponibilità di materia prima. La buona disponibilità di mais riduce i costi di produzione di amido e bioetanolo, ma la forte concorrenza tra i trasformatori limita la possibilità di migliorare i prezzi dei prodotti finali. Nel settore dell’amido si è osservata una stabilizzazione delle quotazioni, mentre il costo della materia prima ha continuato a scendere, migliorando i margini operativi ma senza tradursi in un aumento dei prezzi di vendita.
A livello globale, novembre ha portato un significativo impulso politico e commerciale sotto forma di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, che prevede un aumento delle quote di importazione di mais, grano e sorgo statunitensi in Cina nella prima metà del 2026. L’annuncio dell’accordo stesso ha innescato un breve rimbalzo dei prezzi dei futures di Chicago, ma il suo impatto sul mercato fisico in Europa rimane per il momento limitato. Per il mercato globale, tuttavia, implica un potenziale spostamento di parte del flusso commerciale dal Sud America e dalla regione del Mar Nero verso gli Stati Uniti, che potrebbe ridurre leggermente la pressione competitiva sulle esportazioni dell’UE nei mesi successivi, ma non cambia il quadro generale di un’offerta elevata.
Caffè e cacao
Mercato del caffè
Il mese di novembre 2025 nel mercato del caffè è stato caratterizzato da forti fluttuazioni dei prezzi causate da fattori commerciali e valutari piuttosto che da cambiamenti nei fondamentali della produzione. Nel mercato dell’arabica, l’evento di riferimento è stata la decisione dell’amministrazione statunitense di rimuovere le tariffe del 40% sulle importazioni di prodotti alimentari brasiliani, tra cui il caffè. Il ritiro dei dazi, che in precedenza avevano limitato il flusso della commodity verso il più grande mercato di consumo del mondo, ha innescato un brusco calo delle quotazioni: l’arabica ha perso temporaneamente oltre il 6% e la robusta circa l’8%, poiché gli investitori hanno iniziato a scontare il rapido ritorno dei volumi brasiliani al commercio internazionale. Gli esportatori brasiliani hanno descritto la decisione come “storica” e gli importatori statunitensi hanno iniziato a rivedere le loro strategie di acquisto per una maggiore percentuale di arabica proveniente dal Brasile.
Nelle settimane successive, ulteriori pressioni sui prezzi sono state causate dagli sviluppi dei mercati valutari e delle esportazioni. Il deprezzamento del real brasiliano ha incoraggiato i produttori a vendere, esacerbando i cali dei contratti di New York. Allo stesso tempo, sono giunte notizie di una crescita molto forte delle esportazioni dal Vietnam, uno dei principali fornitori di robusta. Le spedizioni di novembre dovrebbero aumentare di quasi il 40% rispetto all’anno precedente e le vendite di gennaio-novembre del 15%, portando i prezzi della robusta a Londra ai livelli più bassi degli ultimi due mesi. Il mercato ha assorbito questi volumi nonostante le piogge locali e i ritardi nel raccolto nello stesso Vietnam, dimostrando che le pressioni sull’offerta rimangono il fattore dominante a breve termine.
Questi fattori hanno messo in ombra le preoccupazioni sulle scorte a lungo termine e le condizioni climatiche sfavorevoli in alcune zone del Brasile, lasciando il mercato in una tendenza al ribasso a breve termine, nonostante le continue tensioni strutturali sul lato dell’offerta.
Mercato del cacao
Nel mercato del cacao, a novembre è proseguita la correzione dai prezzi record del 2024, ma gli operatori di mercato sono rimasti molto nervosi. I prezzi dei futures a Londra e New York hanno continuato a rimanere molte volte superiori alla media 2018-2022, anche se lo stesso novembre ha visto un ulteriore calo di circa il 6% mese su mese, in risposta alle previsioni di raccolti sempre migliori in Africa occidentale. L’ultimo bollettino statistico dell’ICCO indica che la stagione 2023/24 si è conclusa con un deficit significativo, ma per il 2024/25 si prevede già un piccolo saldo attivo, con una produzione globale in aumento di circa l’8% e un concomitante calo della lavorazione del cioccolato (macinazione) di oltre il 4%. Questi dati confermano il quadro di un mercato che sta uscendo da un periodo di estrema carenza verso un’offerta più equilibrata, anche se a livelli di prezzo ancora molto elevati.
Allo stesso tempo, sono stati evidenti i sintomi di un indebolimento della domanda di lavorazione. Le analisi di mercato hanno evidenziato un calo della lavorazione del cacao in Europa e in Asia, rispettivamente di pochi o diversi punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre l’aumento in Nord America è stato in gran parte statistico, derivante da un ampliamento del campione di impianti dichiaranti piuttosto che da un effettivo aumento dei consumi.
Additivi
Il mese di novembre 2025 nel mercato degli additivi funzionali e per mangimi è stato caratterizzato da una moderata stabilità dei prezzi, con una continua incertezza operativa. I produttori asiatici – fondamentali per la fornitura globale di vitamine, aminoacidi e ingredienti bioattivi – hanno mantenuto la produzione a livelli simili a quelli dei mesi autunnali, anche se i tempi di consegna di alcuni ordini sono rimasti lunghi. Gli importatori europei hanno continuato la loro strategia di assicurare i contratti in anticipo per minimizzare il rischio di sovraccarichi logistici.
La crescita maggiore della domanda è stata registrata dagli additivi naturali, in particolare dai componenti fitogenici dei mangimi, che stanno guadagnando terreno come alternativa agli antibiotici. Il segmento degli oli essenziali e delle miscele di erbe è quello che sta crescendo più rapidamente nel 2025, soprattutto in Asia e in Sud America, dove la pressione per sistemi di alimentazione sostenibili è maggiore.
I prezzi degli integratori tradizionali, vitamine e aminoacidi, sono rimasti stabili. Il mercato della vitamina C non ha registrato movimenti di rilievo e l’equilibrio è stato garantito da una domanda costante di integratori e da un’attività più debole nel settore dei mangimi. Nel gruppo degli aminoacidi (taurina, L-carnitina, creatina), novembre ha confermato la stabilizzazione dopo i precedenti cali di prezzo; i produttori continuano a preferire contratti a medio e lungo termine. Fa eccezione l’arginina, che è diventata uno dei prodotti più richiesti del mese. La disponibilità limitata e i ritardi nelle consegne da parte di alcuni stabilimenti cinesi hanno provocato un aumento delle richieste e difficoltà nell’assicurarsi i volumi spot.
Per quanto riguarda l’acido citrico e i regolatori di pH, la pressione sui prezzi è stata leggermente al ribasso a causa della buona disponibilità del prodotto dall’Asia e delle continue scorte presso i clienti europei. Allo stesso tempo, i produttori indicano che l’aumento dei costi energetici potrebbe incidere sui margini nel prossimo anno.
Il contesto normativo rimane uno dei fattori chiave che influenzano il mercato. Dopo le decisioni dell’UE in autunno di rinnovare l’autorizzazione di alcuni additivi, l’industria ha monitorato il lavoro dell’EFSA sull’aggiornamento dei requisiti di sicurezza e delle valutazioni di impatto ambientale. È probabile che questi cambiamenti influenzino la struttura dei portafogli di prodotti e le preferenze dei clienti nei prossimi anni.
In sintesi, nel novembre 2025 il mercato degli additivi è rimasto stabile nei prezzi, ma fortemente determinato da fattori operativi e normativi. Gli additivi naturali rimangono il segmento in più rapida crescita, mentre le principali categorie chimiche mantengono una domanda moderata e prevedibile.
Sintesi e previsioni
Nel novembre 2025, i principali mercati delle materie prime agricole sono rimasti influenzati da un’offerta elevata e da chiare differenze di segmento. Nel settore lattiero-caseario, le eccedenze di materie prime hanno continuato a limitare i prezzi di grassi e polveri, mentre le proteine del siero di latte sono rimaste forti grazie a una domanda stabile. Nei mercati dei cereali, le scorte globali e l’aggressiva politica di esportazione dei Paesi del Mar Nero hanno mantenuto la pressione sui prezzi, mentre le esportazioni europee sono rimaste poco competitive. Per quanto riguarda il caffè e il cacao, le quotazioni sono rimaste elevate e volatili, a causa delle scarse scorte e delle previsioni meteorologiche incerte nei principali Paesi produttori. Nel settore degli additivi, il segmento dei componenti naturali per mangimi si è rafforzato notevolmente, mentre i prezzi delle vitamine essenziali e degli aminoacidi sono rimasti stabili.
Previsioni per l’inizio del 2026:
- nel settore lattiero-caseario, sono possibili ulteriori aggiustamenti dei prezzi dei grassi se la riduzione della produzione di latte si rivelerà più lenta del previsto;
- per quanto riguarda i cereali, le pressioni sull’offerta persisteranno e un eventuale rimbalzo dei prezzi dipenderà dai cambiamenti nella politica commerciale tra Stati Uniti e Asia e dalla nuova stagione nell’emisfero settentrionale;
- i mercati del caffè e del cacao resteranno sensibili alle condizioni meteorologiche e ai livelli delle scorte, il che implica un’elevata volatilità;
- per quanto riguarda gli additivi naturali, si prevede che la domanda continui ad aumentare, mentre il mercato delle vitamine rimarrà probabilmente stabile con una disponibilità limitata di prodotti spot.
La fine del 2025 mostra che le differenze tra i segmenti di mercato si stanno chiaramente ampliando, obbligando a un approccio più selettivo alla valutazione delle singole categorie di materie prime.
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