Commercio transfrontaliero: cos’è?

Il commercio transfrontaliero è lo scambio di beni o servizi tra aziende di Paesi diversi. Include sia le importazioni che le esportazioni e il suo scopo è quello di espandere l’attività al di là del mercato nazionale. In pratica, significa vendere, acquistare o distribuire prodotti tra diverse giurisdizioni doganali e fiscali, spesso utilizzando le regole del commercio internazionale (Incoterms).

Domande frequenti (FAQ)

1. Qual è la differenza tra commercio transfrontaliero ed esportazione?

Le esportazioni sono la vendita di merci da un Paese all’altro, mentre il commercio transfrontaliero comprende sia le esportazioni che le importazioni, oltre ad altre forme di cooperazione internazionale (ad esempio, magazzinaggio, dropshipping, brokeraggio).

2. Quali sono i principali vantaggi del commercio transfrontaliero?

I principali vantaggi sono una maggiore diffusione sul mercato, l’accesso a materie prime più economiche, l’aumento delle vendite, la flessibilità dell’offerta e la diversificazione del rischio.

3. Quali sono le sfide del commercio internazionale?

Le difficoltà più comuni sono rappresentate dalle differenze di normative, tassi di cambio, dazi doganali, requisiti di qualità e procedure doganali. La pianificazione logistica, la conoscenza della documentazione commerciale e la collaborazione con un partner esperto sono fondamentali.

4. Come ridurre il rischio di cambio nel commercio transfrontaliero?

L’approccio più comune è la copertura valutaria, ossia la copertura del valore della transazione attraverso contratti a termine o opzioni. Ciò consente di fissare un prezzo fisso indipendentemente dalle variazioni dei tassi di cambio.

5. Quali documenti sono necessari per il commercio transfrontaliero?

A seconda della merce, possono essere: fattura commerciale, packing list, certificato di qualità (COA), certificato di origine (COO), documenti di trasporto (CMR, AWB), licenze di esportazione o sanitarie.